Gran Paradiso amichevolmente chiamato GranPa. Mi raccontano i “vecchi” saliti su questa cima decenni fa che una volta il ghiacciaio arrivava quasi fino alla cima ora le rocce lo sovrastano per una decina di metri. Così siamo saliti sapendo di trovare una montagna diversa da quella raccontata dai nostri vecchi maestri.
Sabato pomeriggio da Pont in Valsavarenche raggiungiamo il rifugio Vittorio Emanuele II. Ognuno porta con se ramponi, moschettoni, corde e cordini, c’è chi porta anche due bottiglie di ottimo Barbera per festeggiare il compleanno, (auguri Lydia!), chi porta il pensiero della laurea ormai prossima, (in bocca al lupo Lorenzo!), si porta lo zaino e i pensieri che salendo diventano più leggeri lo zaino quello no.
Alle prime luci dell’alba di domenica ci incamminiamo verso la vetta guidati da Ivano e Francesco, la giornata promette bene il cielo è sgombro di nubi dopo poco il sole illuminerà le cime più alte noi dovremmo aspettare ancora perché venga a scaldarci. La prima facile lingua di neve la affrontiamo senza ramponi la traccia è evidente, il passo sicuro. Quando la salita si fa più ripida calziamo i ramponi, ci legheremo in cordata più avanti non ci sono segni di crepacci per quanto il ghiacciaio si sia molto ritirato e affiorino le rocce.
Saliamo, la fatica e la quota incominciano a farsi sentire, il passo diventa più lento. Finalmente si vede la vetta, ancora un po’ di fatica e ci saremo. Sotto la cima una lunga coda attende di salire l’ultimo pezzo.
E’ stato predisposto un nuovo percorso per evitare la coda fra chi sale e chi scende per l’esile cresta, ora si passa sotto le rocce a sinistra per poi salire con l’aiuto di pioli in ferro e arrivare alla Madonnina in vetta.
Arrivati in vetta! L’entusiasmo è palpabile, euforico, la stanchezza sembra svanire. Roberto festeggia il suo primo 4000, di sicuro ne verranno altri.
Ora ci aspetta la discesa che va affrontata con prudenza assicurandoci e facendo sicura ai nostri compagni nei passaggi più esposti. Martina ci ricorda una frase di Gervasutti “Tornate sani, tornate amici, arrivate in cima… in questo preciso ordine” Facciamo attenzione a casa ci aspettano.
In lontananza si sente il rumore di crolli arrivano dal Ciarforon, una volta il ghiacciaio ricopriva tutta la montagna, dicevano i nostri vecchi maestri, tenendo unita la roccia ora che quella coperta non c’è quasi più la montagna crolla.
Gran Paradiso amichevolmente chiamato GranPa: dicevamo. Con i danni che produciamo all’ambiente non siamo i migliori amici dello stesso, chiamiamolo Gran Paradiso per rispetto.
Foto di Martina Bevilacqua