Un giro ad anello davvero meraviglioso in un ambiente incredibile fin dalla partenza. Non ero mai stata al lago di Malciaussia in valle di Viù, un posto incantato con dei colori che non hanno niente da invidiare alla serie di “Heidi” (impossibile non pensarci!). E così da qui siamo partiti nel pomeriggio alla volta del Rifugio Tazzetti (2.642 mt slm), raggiunto con un bel sentiero costantemente in salita e che sembra non arrivare mai, soprattutto perché lo vedi fin dalla partenza… Ho scoperto che il rifugio appartiene al CAI di Chieri e che soci e volontari possono andare a dare una mano assistendo nella gestione e questo week-end toccava a Federica e il suo compagno, amici di Torino che ho incontrato per caso lassù. La signora del rifugio e i miei due amici sono stati gentilissimi e la cena è stata davvero ottima. Personalmente ero talmente cotta che sono crollata alle 21.30 (non mi succedeva neppure da piccola…), non prima però di aver ricontrollato la regolazione dei ramponi ed ammirato il paesaggio al sorgere della luna…qualcuno è riuscito a vedere anche uno stambecco, un timidone che vistosi troppi occhi addosso ha deciso di scomparire rapidamente dietro le rocce. La mattina sveglia alle 5.20 e dopo una buona colazione zaini in spalla e partenza dal rifugio alle 6.15, si sa che il mattino ha l’oro in bocca, soprattutto in montagna. Partiamo tutti in fila con passo lento mentre la luce illumina bene i profili delle montagne lasciando presagire una splendida giornata. Conquistiamo la cresta a nord-ovest del rifugio e la seguiamo fino ad affiancare un poggio con tre croci; poi il sentiero prosegue ben ritto (strano eh…) per il Col de la Resta a 3.183 mt slm dove la fatica appena patita è ripagata da un incredibile paesaggio “glaciale” o almeno di ciò che resta del Glacier de Rochemelon. Calziamo i ramponi e armati di picca e bastoncino attraversiamo le mere de glace su una neve abbastanza dura che ogni tanto cede regalando qualche “affondo” a mezza o tutta coscia (ne sa qualcosa il povero Chen, intrappolato per qualche lungo istante…). La prima parte è in piano, addirittura lieve discesa….oh noooo perdiamo quota, ma “Lui” è lì di fronte a noi ed è imponente. Tutto ciò che scendiamo poi lo dobbiamo risalire ed è così, finita la traversata ripartiamo a salire, non manca tanto circa 300/350 mt…ma che metri! Tutto il versante è ricco di neve, per cui arriviamo a prendere la cresta in un punto dove è più sicuro poter proseguire e così avanziamo verso la vetta, chi più veloce chi più lento, su un fondo misto neve-roccia che non vivevo da un bel po’…adrenalina pura! Insieme a Rachele e Caterina arriviamo in vetta alle 11.00, che emozione…ci siamo conosciute la sera prima a giocare a carte al rifugio, la mattina siamo arrivate insieme sul tetto della Val di Susa!!!! In vetta incontriamo altri amici del CAI Uget che sono saliti da la Riposa. Dopo una sosta rigenerante anche con tè e biscotti offerti da Fulgido, il custode del Rocciamelone che ci ha deliziato con qualche aneddoto (a me è toccato quello triste in cui un poveraccio è caduto di sotto all’imbocco del sentiero per scendere verso il cà d’Asti…) ripartiamo perché la giornata è ben lungi dall’essere terminata. Scendiamo in modalità Indiana Jones con l’aiuto dei canaponi e arriviamo al Rifugio Ca d’Asti dove salutiamo i nostri amici che tornano alla macchina mentre noi imbocchiamo un bellissimo sentiero a mezza costa che tra guadi di ruscelli belli ricchi d’acqua e qualche passaggino tra le rocce ci porta dopo lungo tragitto ad aggirare il Monte Palon ed arrivare al Colle Croce di Ferro (2.546 mt slm) passando per il rifugio Ravetto pochi metri sotto il colle (per info aprirà dal 14 Luglio, pare che la polenta sia molto buona!). Da lì comincia un’estenuante discesa (ditelo ai miei poveri piedi…) che ci riporta al lago di Malciaussia (1792 mt slm) dove arriviamo alle 19.00….come dire, distrutti (almeno io!!) ma felici!
Sono davvero contenta di aver preso parte a questa gita e di aver conosciuto questo gruppo, era da tanto tempo che volevo fare il Rocciamelone e questo giro ha di gran lunga superato ogni più rosea aspettativa, per cui un grazie davvero speciale e di cuore ai capigita Luciano e Fabrizio per l’organizzazione puntuale ed attenta e per il supporto rivolto a tutti i partecipanti in ogni momento.
Elisabetta Padovani (C.A.I. Firenze)