Partire con le prime avvisaglie dell’autunno e sbarcare a 30 gradi con il cielo azzurro e il mare di un turchese che fa male agli occhi è stato il primo impatto che ha offerto Karpathos, l’isola più montuosa del Dodecanneso, a sud di Rodi, al nostro gruppetto di viandanti dei monti del mondo.
Erano almeno 30 anni che non tornavo in Grecia e sono stato subito avvolto dalla loro lingua musicale, dalla loro proverbiale accoglienza, ma anche dallo stridente paesaggio dove troviamo alberghi 5 stelle lusso a fianco di case costruite a metà con le putrelle in bella vista al primo piano, come in tutto il nostro meridione, alle discariche, alle ferraglie arrugginite ad ogni angolo, alle auto polverose e sferraglianti.
Ma godiamoci le prime due notti in questo favoloso hotel con molteplici plan d’eau a sfioro sul mare, spiaggia privata, suite con piscina privata e un buffet da re!
Il gruppo si amalgama velocemente, si ritrovano i vecchi compagni di strada, dalle uscite domenicali ai trekking sull’Atlante, per affiatarsi poco per volta con le nuove conoscenze. Ci trasferiamo a breve in una sistemazione più consona alle nostre abitudini (sic) e inizia la cavalcata della dorsale che da Sud, poco per volta, ci porta a conquistare la dorsale di questa isola stretta e lunga, con montagne che scendono a picco su una costa meravigliosamente frastagliata.
I villaggi di montagna ci accolgono con calore, i visitatori, soprattutto in questa stagione, non sono frequenti, gli allevatori di capre arrivano ad aprirci una grande tavolata fra le montagne dove ci hanno cucinato tante verdure con il loro squisito formaggio di capra fresco, ma soprattutto vassoi di Lukumades immerse nel miele di timo, il top dei dolci locali se fatti sul momento! Non mancava un vino aromatico e “marino” ad innaffiare il tutto, riprendere a camminare è poi stata un’altra storia…
Un paese mi è rimasto nel cuore: Olympos, arroccato su di una sella a picco sul mare, sovrastato da un picco che abbiamo conquistato, incredibilmente, sotto la pioggia battente, dopo che da due anni non vedevano una goccia da pioggia. Il tempo di ritornare in paese e già l’orizzonte si era pulito regalandoci un tramonto da favola sul Mediterraneo, immersi in un turbine di vento di fine estate.
La sera il villaggio illuminato sembrava un presepe appeso al cielo stellato.
Arrivati a nord ci aspettava una barca per trasferirci con due ore di navigazione su di un’isola più piccola, dove ci ha lasciato sulla punta Sud. Scalata la dorsale, arida e montuosa, siamo arrivati, attraversando forre e gole verticali, ad una spiaggia spettacolare dove il barcaiolo ci ha grigliato una trentina di orate sul fuoco, divorate davanti, quando non dentro, l’acqua blu cobalto, caldissima, in mano una birra fresca…
Il rientro ci ha precipitato nel freddo e nel buio autunnale della nostra terra, lasciandoci la nostalgia della luce abbagliante del Dodecanneso, dei suoi bianchi e blu smaglianti e del sorriso di tanti volti cotti dal sole e dal mare.
Oρεα Ελλάδα! Bella Grecia! A presto, forse…
Paolo Battaglia