SVEGLIA ALL’ALBA PER IL MONTE BELLINO

7 Ott , 2024 - soci

Le valli del Cuneese hanno un solo difetto: sono un po’ distanti da Torino. Infatti per ŕaggiungerle bisogna alzarsi  prima dell’alba.  Però la fatica è sempre ripagata. È successo anche stavolta quando in più di trenta della Commissione Gite siamo saliti al Monte Bellino che svetta sullo spartiacque tra la Val Varaita e la Val Maira.

L’escursione era stata organizzata da Luciano con una precisione da far impallidire un orologiaio svizzero.  A cominciare dalla chat che non lasciava il minimo spazio all’incertezza. Non si può  però tralasciare il valore aggiunto apportato da Mauro, l’altro responsabile di gita, che chiudeva la fila sul sentiero con attenzione discreta. Sembrava un cane da pastore che sorveglia il suo gregge senza abbaiare.

Ma andiamo per ordine. La mattina del 5 ottobre, dopo aver domato il sonno e il freddo pungente, ci siamo messi in marcia con il solito passo spedito che caratterizza quelli della Commissione Gite. La giornata si preannunciava splendida, con le luci dell’alba che illuminavano  le cime lontane. L’aria frizzante era corroborante, tale da alleviare la fatica che di solito si fa sentire con il passare delle ore. E ogni passo ci portava più vicini alla metà.  Sui 2500 abbiamo incontrato la neve. Per me quest’anno era la prima che pestavo.  Qualcuno ha messo i ramponcini, comunque siamo andati tutti su senza particolari difficoltà.

E quando siamo giunti in punta al Monte Bellino ancora una volta abbiamo avuto la conferma che arrivare in vetta ne vale sempre la pena. Dire che lo sguardo abbracciava uno scenario spettacolare a 360 gradi e che  il panorama era mozzafiato sono cose dette e ridette, frasi usata e strabusate. Però era proprio quella roba li,  con il Re di pietra che la faceva da padrone svettando su tutti gli altri monti.

Non ci sono parole  che possano descrivere quel senso di meraviglia e di felicità interiore che ti invade quando tutto ciò che ti circonda è bellezza pura e  il tempo sembra fermarsi. È una sensazione che conosce chiunque abbia provato quella soddisfazione immensa che arriva nel momento in cui si raggiunge la vetta. Una sensazione che anziché affievolirsi cresce con il passare degli anni. Lo posso affermare con certezza visto che quando partecipo a una gita delle Commissione mi trovo oramai a essere il più grande.  Non nel senso della statura ma dell’età. In altre parole  sono il più vecchio.  Ma più  il respiro si fa  affannoso maggiore è la soddisfazione di arrivare in cima a una vetta.  E più il passo si fa pesante più la magia della montagna ripaga ogni sacrificio. Anche la levataccia e i chilometri per raggiungere le valli cuneesi.

La montagna sa ripagare sempre e sabato scorso il Monte Bellino ne è stato l’ulteriore conferma.

Giorgio Lazzarin


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